Nove buche con Donato Di Ponziano, professionalità e passione per il golf
Quando si parla del grande golf italiano nel mondo Donato Di Ponziano é l’uomo simbolo di professionalità, risultati e passione.
Caratteristiche che lo hanno portato a raggiungere traguardi sempre più prestigiosi.
Un uomo instancabile, concreto e dalla disciplina ferrea che può essere di esempio a molti giovani, se hanno un sogno e tanta volontà.
D: Ciao Donato, grazie per la tua disponibilità a raccontarci del tuo golf e dei mille traguardi che hai raggiunto.
Iniziamo questa nostra chiacchierata chiedendoti il significato del golf nella tua vita.
DDP.: Mamma mia , è una domandona : credo di essere un uomo che ha avuto la fortuna di fare ciò che sognava da bambino, il professionista nel mondo del golf. Ho incontrato tante persone da cui ho imparato molto, amici che mi sono stati vicini e che non mi hanno mai fatto venire meno il loro supporto. Da soli non si va mai da nessuna parte.
Poi Il golf, il vero e più importante protagonista del racconto della mia storia, mi ha dato così tanto che non riuscirò in questa vita a restituirgli ciò che meriterebbe, continuerò ad impegnarmi in tal senso anche nella prossima !
D: Che cosa della tua lunga esperienza golfistica ha rappresentato un traguardo che ha lasciato il segno?
DDP.: In ordine di apparizione: l’esperienza da caddie da ragazzino, poi quella di giovane dilettante, il passaggio al professionismo in quel di Monticello sotto la guida di Alberto Croce, un grande uomo e professionista di golf. Poi l’incontro con il grande Tom Linskey e la direzione della Scuola Nazionale di Golf affidatami dal presidentissimo Giuseppe Silva, una bellissima storia vissuta insieme a Baldovino Dassù e Massimo Mannelli. Poi è arrivata l’elezione nel board della PGA europea fino a raggiungere la posizione di presidente. Dopo è venuta la nomina nel board della Ryder Cup per cinque edizioni, i tanti e prestigiosi incarichi ricevuti da St. Andrews, la presidenza dell’Open d’Italia con il Presidente Franco Chimenti, l’esperienza in India, negli Stati Uniti, in Pakistan, in Argentina e altro.
D: Abbiamo letto ed apprezzato il tuo ultimo libro: “Un tee shot lungo una vita”, una condivisione di esperienze che trasmettono la tua passione per il golf. Tra i molti personaggi noti conosciuti in campo, a chi daresti un nuovo appuntamento sul tee della 1?
DDP.: E’ incredibile quanto il golf possa permettere ad un professionista la possibilità di incontrare sul campo personaggi illustri difficilmente avvicinabili.
Mi piace ricordare Monsignor Paul Marcinkus, Sergio Pininfarina, il presidente argentino Carlos Menem, Maradona, Ratan Tata, Umberto Agnelli, Roger Federer, Michel Platini, l’attore tedesco Fritz Wepper, Condoleezza Rice, la leggenda del cricket Kapil Dev e tanti altri sportivi famosi.
Direi che sul tee della buca n°1 puoi trovare il mondo che conta, ma soprattutto quello che ti permette nuove amicizie con le quali condividere la tua passione, non importa se un VIP. Questo è anche il bello della nostra disciplina sportiva.
D: Oggi cosa bolle nella tua pentola per le cose del golf?
DDP.: Nel 2012 organizzai da presidente del Comitato organizzatore l’Open di Sicilia al Verdura, uno dei più bei golf resort europei. Ebbi l’onore ed il privilegio di incontrare Sir Rocco Forte, uno dei geni dell’imprenditoria alberghiera nel mondo. Un paio di anni fa mi chiese di affiancarlo per portare avanti un piano di crescita del golf nelle sue proprietà. Oggi mi ritrovo alla conduzione di un progetto professionale entusiasmante che mi diverte e stimola. Non dimentico il rapporto super consolidato con BMW, da oltre vent’anni sono il direttore tecnico della BMW Golf Cup, e poi tante altre consulenze interessanti che mi impegnano parecchio. Non riesco a stare fermo.
D: Adesso ti facciamo una domanda un po’ interessata: acquisteresti un’abitazione all’interno di un campo da golf?
DDP.: Intanto complimenti per la realizzazione del progetto Immobilgolf. Ci voleva, il mercato immobiliare con la vocazione del golf, aveva bisogno di una piattaforma web che soddisfacesse le esigenze degli addetti ai lavori e di coloro che cercano una casa anche con la possibilità di praticare la propria attività sportiva. Ma puoi scegliere di vivere nel verde anche se non sei un golfista.
Ho visitato ed abitato in tanti resort nel mondo dove esistevano nuclei abitativi di tutti i tipi, dai monolocali ai grandi appartamenti , dai complessi a schiera alle ville più lussuose.
Il campo da golf è sempre un’oasi di pace e la scelta di viverci all’interno, può essere una soluzione ai problemi che presenta la vita in città. Coniugare il tempo libero e la passione per il golf con le proprie esigenze abitative, è una scelta più che valida.
Si tratta sempre di verificare l’affidabilità di chi propone l’investimento, la qualità dell’offerta, la consistenza del golf come elemento di attrazione e le sue prospettive di mantenimento della sua qualità. Ma anche acquistare una casa per passare le proprie vacanze all’insegna del nostro sport, può essere una scelta azzeccata.
Una combinazione perfetta in tal senso è per esempio ciò che propone il Verdura con le sue venticinque ville già realizzate di altissima qualità ed altrettante che saranno costruite nei prossimi anni.
Quando hai a tua disposizione un golf resort con quarantacinque buche, un servizio di alto livello, il mare, il sole, un’offerta culturale e culinaria come può garantire la Sicilia, l’affidabilità proveniente da una compagnia che nell’accoglienza fa scuola al mondo, cosa puoi volere di più?
D: Grazie Donato, il tuo apprezzamento per la nostra piattaforma ci onora.
Poco fa hai accennato ai golf resort con importanti realtà abitative che hai visitato ed abitato nel mondo. Hai una panoramica estremamente ampia, tra questi quale hai apprezzato maggiormente ?
DDP.: Difficile rispondere a questa domanda. Tutti bellissimi. Ne ho visitati in mezzo al deserto come il Desert Ridge in Arizona, altri affacciati sul mare come The Abaco Club alle Bahamas, quelli storici come Fancourt in Sud Africa o il Trump Turnberry in Scozia. E’ inutile dire che su tutti preferisco il Verdura: è italiano; si trova sulla più bella isola del mondo, la Sicilia; si affaccia sul bellissimo Mar Mediterraneo, “è a due passi” da casa e attaccato alla Valle dei Templi”.
D: Il Verdura é un’eccellenza italiana per molteplici aspetti. Ti sappiamo impegnato in diverse iniziative volte a far conoscere il golf ed i suoi benefici, noi siamo vicini ad un progetto importante che si chiama “Golf4Autism”, un’idea di Golfprogram, patrocinato della Federazione Italiana Golf e con la collaborazione dell’Associazione di volontariato “Una breccia nel muro”. Molti circoli, tra cui Verdura hanno accolto questo progetto, come vivete questa opportunità sul territorio?
DDP.: Credo fermamente che il golf, con le sue peculiarità, possa rappresentare una possibilità straordinaria.
Al Verdura Tom Foster e Odin Urso grazie al grande lavoro del Dott. Filippo Alessi da anni si impegnano per Golf 4 Autism con risultati straordinari. Plaudo ai colleghi che si danno da fare in tal senso e a Piero Sabellico che con i colleghi di Golfprogram hanno dato vita a questa bellissima idea.
Mi guardo intorno ed ho il piacere di vedere crescere tante valide iniziative.
D: Chi gioca a golf si appassiona in un modo totalizzante, spesso cercando di coinvolgere partner e figli. Nella tua esperienza hai potuto vedere chi lo ha fatto con successo e chi non ha saputo essere coinvolgente. Esiste un percorso che consiglieresti ai giovani genitori?
DDP.: Il golf con la sua etichetta e le sue regole, rappresenta una scuola formativa di vita di altissimo livello. Tutto questo al di là di quello che può essere la predisposizione ed il talento dei giovani che lo praticano. Divertirsi e fare in modo che i propri figli, attraverso il golf, si divertano e scoprano i tanti contenuti positivi di questo nostro sport, dovrebbe essere il primo obiettivo di un genitore.
Poi esiste la parte legata alla competizione e quindi alle capacità del giovane golfista di affermarsi. C’è da ricordare che non tutti possono diventare dei campioni, anzi direi che quelli che arrivano al top sono sempre pochissimi, ma ciò nonostante c’è tantissimo da acquisire di positivo anche solo provando a vincere. Si può essere anche numero due, tre , quattro ecc. e magari divertirsi di più rispetto a chi si trova in cima. Questa è una verità che il genitore deve comprendere e trasferire ai figli.
D: Un’ultima domanda Donato, puoi dedicare un consiglio a chi vorrebbe iniziare la pratica del golf?
DDP.: Il golf è un amico per tutta la vita. Non è solo un modo di dire, è una verità assoluta. Direi che non esiste età minima o massima per iniziare. In ogni parte del mondo puoi trovare un campo dove sarà possibile divertirti, in mezzo al verde e sempre in posti ameni. Ho giocato al Royal Springs in Kashmir, a due passi da uno degli scontri di guerra quotidiani tra India e Pakistan, eppure tra i suoi fairway sembrava di essere in un paradiso terrestre.
Grazie Donato per aver dedicato agli amici di Immobilgolf il tuo prezioso tempo.
Le prime nove buche sono state ricche di spunti per chi pratica e per chi vuole avvicinarsi a questo mondo meraviglioso del golf.
Se tu sei d’accordo, rinnoviamo l’appuntamento ai nostri lettori, per le seconde nove buche con i tuoi preziosi consigli per chi inizia o per chi dopo uno periodo di stop desidera riprendere.
Pubblicato il: 28 Novembre 2024